Di Antonio Pellegrino
La Biblioteca del Grano è un campo sperimentale nel quale coltiviamo
in piccole parcelle, diverse varietà di grano. Al suo interno, vengono
riprodotte annualmente, molte varietà e popolazioni locali, varietà di
altri territori, grani moderni e miscugli. Abbiamo interpretato la
terra, come le teche di una biblioteca entro cui organizzare e
catalogare i saperi che in questo caso sono i semi.
Per questo a
noi piace dire che il miglior modo di conservare un seme è seminarlo. Un
po’ come i saperi, la cultura, da diffondere. A noi sembra la stessa
cosa. È comunque un lavoro della vicinanza, della conoscenza diretta,
della pratica indigena e forastiera, dell’incontro, della relazione,
della conoscenza. Così dalla terra ai semi, l’atto di volontà del
seminatore si affida al cielo, alla sua terra, ai suoi semi e alle sue
pratiche. Altri e vecchi saperi, altre e vecchie speranze. Il movimento
che va dalla semina alla raccolta è la scena più intima e millenaria
delle nostre civiltà. Il tempo è il movimento, il tempo è il pane. Così
proviamo a capire che la diversità è un valore oltre ogni differenza, e
che tutto é movimento, anche la genetica dell’antico grano, anche la
ruralità, anche i nostri paesi imbalsamati col cemento e con le piramidi
alimentari. La biblioteca del grano è un salvadanaio, un investimento
sulla memoria e sul futuro, il movimento delle radici e della chioma, il
vento, il sole, la pioggia, la voce. Il grano, così ritorna linguaggio
con cui codificare il cibo, ritorna con la sua componente politica,
sacrale, popolare. Viene dal passato e va verso il futuro. È un
ricongiungimento spazio temporale e il giorno che mangeremo tutti i
giorni il nostro grano, gli asili li faremo nei campi e il pane ci
indicherà la via del sole. La nostra biblioteca del grano è anche una
poetica, una poetica pratica, e forse anche una nostalgica voglia di
ethos. Il varco nella storia lo aprono gli uomini talvolta, e senza
movimento non c’è storia. Per questo la fede è la scienza si fondono e
qualcuno scoverà nei chicchi della nostra granella, quella molecola che
ci aprirà gli occhi, forse l’ovvio, forse no. Anche la scienza ha le sue
speranze. Il sole intanto indora, e noi che lo abbiamo seminato lo
citiamo per aspettare la condanna, per capire cosa porteremo casa.
Intanto arriverà San Pietro, virdi o siccatu mieti, e l’atto di speranza
si compirà. Mangeremo pane, mangeremo terra, la nostra terra, mangeremo
il sole, la memoria, mangeremo di buon appettito. Ci aiuterà a stare
meglio. Ci aiuterà a far germinare un nuovo germoglio, un nuovo seme.
Ore 06:00 raduno della compagnia del Palio in piazza Olmo
Ore 08:00 sorteggio piste
Ore 08:30 Inizioedizione X+5 Palio del Grano
Ore 11:00 Pisatura tradizionale con i buoi
Ore 13:00 Pranzo collettivo
Ore 14:30 Premiazioni
Atena Lucana, Sanza, Rofrano, Sala Consilina, Castel Ruggero, Massicelle, San Giovanni a Piro, Morigerati, Ruviano, Sassinoro, Tularù, Calvanico, Comunità del Grano Aspromonte, Masseria dei Monelli, Terranova del Pollino, Buonabitacolo, Montecassiano (MC), Novi Velia, Casaletto Spartano, Teora.
Rione Scaranu, Rione Urmu, Rione Pantanedda, Rione Taverna, Rione Chiazza, Rione Forgia-Mardedda, Rione Maronna Ra Grazia, Rione Castieddu