La necessità di comprendere il valore di una specifica varietà di grano ci è risultata una priorità alla quale abbiamo dato una forma con la biblioteca del grano. Nella nostra epoca siamo soliti considerare un’opera d’arte come patrimonio dell’umanità, facciamo attenzione a preservare resti e rovine di città, riempiamo i musei di oggetti appartenuti ad uomini che non sono più.
E’ questa un’azione con la quale l’uomo conserva le tracce del passato e ne oggettiva il valore storico, culturale, artistico. Il senso che abbiamo dato alla nostra biblioteca è stato appunto quello di considerare il seme di una specifica varietà, come un’opera d’arte. Abbiamo per questo pensato di dare attenzione ai grani locali come se ci trovassimo difronte a degli affreschi che raccontano un pezzo della nostra storia. Un lavoro del recupero e della cura che considera un seme come un processo culturale e colturale e che sostiene la biodiversità come fatto fondante. E’ cosi, che nell’area del campo di gara del Palio del Grano, dal 2008, abbiamo iniziato a seminare i grani tradizionali. La “Ianculidda” e la “Russulidda” sono cosi tornate a rinascere a Caselle in Pittari ed il percorso di recupero ha visto negli anni nel nostro campo anche la “Risciola”, la “Saraodda”, la “Solina”, la “Trimunia” e il “Senatore Cappelli”.
Nel 2011 si è avviato il processo per la costituzione della Comunità del Cibo Slow Food “Grano di Caselle” per dare maggiore rilevanza al percorso intrapreso con la “Biblioteca del Grano”. La Comunità del Cibo pone le proprie basi su un’ampia rete di relazioni tra imprese, contadini e territorio sulle varietà della “Ianculidda” e della “Russulidda”. Nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile e profondamente legato al territorio diviene importante la consapevolezza che tutti gli “attori” hanno di tale recupero e di tale “innovazione”.
Partecipano a questo progetto la ProLoco di Caselle in Pittari, l’Associazione Terra Madre e l’Istituto Comprensivo di Caselle in Pittari.