di Gaetano Genovese (Meteorologo)
Ogni paese, borgo, contrada, ogni angolo della nostra penisola custodisce gelosamente i propri proverbi. I custodi di questo tesoro immateriale siamo noi, che tramandiamo e spieghiamo alle future generazioni quello che i nostri predecessori c’hanno trasmesso. Questo progetto, iniziato per caso proprio qui a Caselle in Pittari, vuole mettere insieme le mie più grandi passioni: la meteorologia, la musica e le tradizioni popolari. L’obiettivo è raccogliere i proverbi autoctoni di ogni luogo da me visitato, riscoprire, catalogare e tramandare, quello che la cultura empirica unito al sapere contadino, ha prestato e presta alla cultura scientifica, nel mio caso alla meteorologia ed alla climatologia.
PROVERBI METEOROLOGICI raccolti a Caselle in Pittari (SA)
Quannu trona a Cirivatu, scapola i vuoi a ammuccia a ratu
Dal punto di vista scientifico questo proverbio è valido specie durante il periodo estivo. Nel semestre caldo infatti, lo sviluppo di temporali convettivi nei pressi del monte Cervati (1899 metri sul livello del mare), posto a nord-est dall’abitato di Caselle in Pittari, fa aumentare la possibilità di pioggia di lì a breve, sull’abitato. Tale dinamica è favorita dalla direzione di spostamento del nucleo temporalesco verso la zona marina.
Quannu trona a mundàgna, piglia a zappa e va in cambàgna
In questo caso, “a mundàgna” è il monte Centaurino (circa 800 metri sul livello del mare), posto a nord del paese di Caselle in Pittari. Nel proverbio si fa riferimento ad un peggioramento temporaneo e localizzato delle condizioni meteorologiche tanto che si esorta ad andare a lavorare nei campi. Ciò è dovuto al fatto che le precipitazioni sull’abitato di Caselle provengono prevalentemente dai quadranti sud-occidentali o al più dai quadranti orientali durante il semestre invernale.
Quannu trona a marina, piglia a pignàta e bbà cucina
Le perturbazioni provenienti dalla marina, posta a sud del paese di Caselle in Pittari, sono foriere di piogge e temporali anche per diversi giorni. Per questo motivo non è possibile il lavoro nei campi e si esorta alle massaie ad andare a cucinare.
Quannu cala a neglia a Pannièddu, va ti trova u pagliarièddu
La presenza di nebbia, foschia o nubi basse nei pressi del monte “Pannieddu” (circa 750 metri sul livello del mare, posto a sud-ovest dell’abitato di Caselle) è un chiaro segno che il tempo volge al peggio. La nebbia o le nubi basse infatti, sono i fenomeni prefrontali alla perturbazione in arrivo in seno ai venti di Libeccio.
Nivi rutunda, aspetta a sicunda
La neve tonda o graupel, è un tipo di precipitazione che generalmente si forma quando esistono forti condizioni d’instabilità atmosferica. In altre parole, al passaggio del fronte freddo sulla superficie del mare, si generano cumulonembi, ovvero delle nubi a forte sviluppo verticale, foriere di temporali e intense precipitazioni. “Aspetta a sicunda” – “aspetta la seconda”, perché tale precipitazione porta con se un abbassamento delle temperature, ingrediente fondamentale per la trasformazione del graupel (neve tonda) in fiocchi di neve.
Sant’Andoniu cu la varva ianga, si nu cchiòvi, a nivi nu mmànga
Il giorno di Sant’Antonio Abate (17 Gennaio), solitamente corrisponde ad un periodo caratterizzato dal tempo marcatamente instabile e freddo.
Quanda suli spànni a Cannilora, tanda nivi addà fa angòra
Si frivarù nu frivarizza, veni marzu a mmàli penza
L’osservazione del tempo nel corso dei secoli ha portato alla nascita dei due proverbi sopra indicati. In particolare, tali proverbi più che meteorologici possono essere catalogati come proverbi climatologici. Gli stessi infatti, ipotizzano una fine dell’inverno fredda e nevosa se durante il mese di febbraio prevalgono condizioni atmosferiche caratterizzate dalla presenza di un anticiclone di blocco sul bacino del Mediterraneo. In questi mesi dell’anno infatti, quando una figura anticiclonica stanzia sul Mediterraneo può restarci anche per più di 20 giorni, ed il più delle volte essa viene scalzata da un’avvezione d’aria fredda dai quadranti orientali oppure dall’arrivo di un fronte caldo dai quadranti occidentali. Entrambi gli scenari barici prima descritti sono potenzialmente forieri di nevicate sull’abito di Caselle in Pittari.