di Simone Valitutto
“Ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine,
in volo per il mondo.”
Fabrizio De André e Ivano Fossati, Anime Salve.
Occorre ritornare alla terra. È l’unica via per uscire dalla crisi economica, per evitare la morte dei piccoli centri, per salvaguardare immensi patrimoni paesaggistico-naturalistici e culturali.
Per essere (o ritornare ad essere) “anime salve”, in volo per il Sud.
La salvezza arriva dalla terra, lo ha sempre fatto. Sostentamento dei nostri progenitori, elemento centrale della scala valoriale della società, base economica e metaforica di un mondo cannibalizzato dalla società dei consumi. Arriva dalla sua cosmologia simbolica a cadenza stagionale, dai suoi gesti protettivi, dalla salute del cibo, ora slow prima l’unico possibile, e delle materie prime della dieta migliore.La salvezza sta solo nella terra, è da qui che occorre partire, piantare il seme per i paesi di domani, che saranno tali solo se si rispecchieranno in quelli di sempre.
Occorre ritornare alla terra. Farlo non significa solamente zapparla, irrigarla, lavorarla, ma anche promuoverla, studiarla, interpretarla, difenderla e, soprattutto, conoscerla.
“Ritornare alla terra” dev’essere il manifesto della nuova classe politico-intellettuale del Mezzogiorno.
Prendere a modello i meridionalisti del secondo dopoguerra, “la polpa e l’osso” di Rossi Doria, la poesia di Scotellaro, la “storia religiosa del Sud” di Ernesto de Martino, e tornare nei paesi, raccontarli e raccontare loro che la terra non li ha traditi. Anzi, semmai è il contrario. Sono stati i paesi a tradire la terra, quando si sono svuotati con in mano le valigie di cartone, quando hanno voluto snaturalizzarsi in aree industriali, quando hanno eroso la campagna col cemento. Si deve condannare e denunciare questo tradimento, raccontarne le fasi e le cause, lottare per evitare altri danni, restare e resistere nei propri luoghi.
Forse questa è la “nuova questione Meridionale”, riappacificarsi alla terra.
L’unico motore è la gioventù. Chi si è formato fuori deve portare il proprio bagaglio di nuovi saperi e tecnologie. I “fuori sede” devono reinsediarsi in paesi dove oltre alle Poste c’é il wi-fi, dove oltre alla piazza c’è una comunità che si riconosce propria oltre ai social network, dove le anime
contadine oltre ad essere visioni sono azioni. Questa è la connessione sentimentale necessaria,
naturalmente ADSL.
Caselle in Pittari è uno dei paesi di domani. Qui un gruppo di ragazzi ha capito cosa fare, è tornato in montagna, ha dissodato il terreno, pubblicato un blog, salvaguardato semi e raccontato il paese in 2.0. Significativo che sia il grano al centro del loro operato, il fil rouge dell’intero ciclo dell’anno contadino, dalla forte carica simbolica, legato all’ultraterreno e ai morti, risolutore della paura della fame, elemento devozionale. Il grano racchiude l’epopea contadina, ne presentifica la crisi, muove il corpo con gesti carichi di sudore, legando il pane al mito.
Occorre ritornare alla terra, iniziamo da quella di Caselle.